Tradurre le eccellenze

Cosa sono le eccellenze di un paese?

Possono essere rappresentate dai prodotti in cui una regione eccelle, come ad esempio, gli orologi svizzeri. E per il Bel Paese, quali prodotti possiamo annoverare come eccellenze?

Più che di prodotti, dovremmo parlare di lifestyle. La storia della penisola italica è improntata al profondo amore per l’arte, la spiccata propensione per il bello. Vedasi, ad esempio, lo sconfinato patrimonio artistico di cui l’Italia può vantarsi. È il paese con più siti Unesco al mondo, ben 59! Non c’è da stupirsi, quindi, se oggi il design, la moda e l’arredamento italiano godono di un ruolo di prim’ordine nel panorama mondiale.

Uno studio scientifico condotto dall'Università di Siena ha rilevato che l’Italia ha un patrimonio di migliaia di aziende che le permettono di essere al primo posto per produzione in 250 differenti categorie merceologiche. Alcuni esempi? La rubinetteria, l’industria della gomma, i beni intermedi dell’industria metallurgica. Ma la lista è davvero lunga.

Tra i fiori all’occhiello del made in Italy vi è l’occhialeria. La metà dei maggiori produttori su licenza sono situati in Italia, che copre così il 50% della produzione mondiale di licenze e il 21% del mercato mondiale. E quale ruolo gioca la traduzione in tutto questo? Ebbene, tali settori sono spesso caratterizzati dalla forte tendenza all’esportazione, ad esempio, per il solo comparto degli occhiali circa il 90% della produzione è destinato ai mercati esteri. Quindi potremmo solo immaginare l’immensa mole di testi da tradurre verso altre lingue.

Altro fiore all’occhiello del Made in Italy è rappresentato dal settore calzaturiero, uno dei pilastri del Sistema Moda.

La traduzione di buona qualità ha un ruolo fondamentale per questi settori di punta. La traduzione deve porre in risalto le unicità del prodotto, raccontare la sua storia e i suoi valori, tutto attraverso una traduzione fedele, fluida, corretta e che arrivi dritto alla sensibilità del lettore target. Trattasi di un compito tutt’altro che facile.

Spunti di riflessione per i traduttori e traduttrici delle eccellenze

A volte ci capita di imbatterci in espressioni strane o nuove. Il linguista vive in bilico tra assicurare la correttezza della sua traduzione e anche la fedeltà al testo originale, e allo stesso tempo redigere un testo bello da leggere, che porti il lettore a immergersi nel know-how e nella storia del prodotto. Sovente noi traduttori e traduttrici prediligiamo le espressioni che “suonano bene”, che siano idiomatiche più che fedeli. Ma non dimentichiamo che a volte il termine “strano” lo è anche nella lingua source, ovvero, vi è un’intenzionalità dietro alla scelta lessicale del copywriter o dell’esperto in marketing. A volte l’effetto voluto era proprio quello di destare estraneità, magari trasmettendo l’idea di qualcosa di nuovo o di davvero diverso nella sua unicità. Bisogna cogliere appieno l’intenzione dell’autore del testo e rispettarla nel renderla nelle nostre lingue. Pertanto, ricorrere a tutti i costi a un termine di uso comune nella lingua target per favorire soltanto la leggibilità andrebbe a limitare il carico emotivo e la ricchezza di cui il testo originale era impregnato. Il mondo del marketing è davvero complesso e i linguisti sono chiamati a tradurre testi che si dimostrino all’altezza delle eccellenze incarnate da tali prodotti.

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