Lingue care e lingue a buon mercato?

Chi opera nel settore delle lingue sa che le tariffe cambiano a seconda della coppia linguistica. Lo svedese ha più valore, almeno monetario, che lo spagnolo, il portoghese sarà meno caro che il giapponese e così via.

Ma ha senso tale distinzione?

Qualcuno dirà: è ovvio, imparare lo svedese o il giapponese non è così facile come lo spagnolo o il portoghese.

Un’altra possibile ragione è di natura totalmente economica, ovvero, il Giappone e la Svezia son paesi ricchi, e le loro lingue si parlano esclusivamente in quei paesi.

Per alcune coppie linguistiche la concorrenza è molto più contenuta. Un traduttore italiano che traduce dall’ungherese (a quanto pare una lingua molto ostica) potrà (forse) praticare tariffe più alte con meno difficoltà.

Qualcuno dirà che non sempre è così. Una mia collega mi diceva che ci sono coppie “rare” coperte da colleghi non madrelingua, e poi revisionate da madrelingua…

Quando ho iniziato a tradurre ormai tanti anni fa mi capitava di pensare: che bello se avessi il giapponese tra le mie lingue o lo svedese, guadagnerei molto di più…ma era piuttosto illusorio pensarla così.

Una cosa è certa però:

interpretare da una lingua come il tedesco o lo svedese (o qualunque altra lingua lontana da quella target) ci permette di non essere giudicato per ogni riformulazione.

Dev’essere una sensazione bellissima.