La Traduzione Editoriale

a cura di Monica Manzella per il blog Galassia del Traduttore di Eric Dos Santos

 

Alzi la mano chi non ha mai letto un libro in italiano ma scritto da un autore straniero. Nessuno, o quasi, vero? E vi è capitato di chiedervi chi mai ci sarà dietro a quell’oggetto di carta e inchiostro che vi racconta una storia o vi comunica i pensieri di quell’autore nella vostra lingua? Proprio così, un traduttore. Ma un traduttore particolare: un traduttore editoriale.

Partiamo quindi da una definizione importante: chi sono i traduttori editoriali? Sono professionisti che elaborano opere d’ingegno di carattere creativo e che operano quindi in regime di diritto d’autore. Queste “opere d’ingegno” rientrano nell’ambito della musica, del cinema, dell’arte, dell’architettura, ma anche della letteratura, e di conseguenza lo sono anche le traduzioni di romanzi, libri illustrati, saggi divulgativi, opere teatrali, poesie, canzoni… qualsiasi testo, insomma, che abbia in sé un elemento creativo e che sia frutto dell’inventiva dell’autore. E i traduttori editoriali, in questo senso, sono degli autori a tutti gli effetti: l’editore, con il traduttore, stipula un contratto di licenza dei diritti d’autore, come nel caso di uno scrittore, pertanto – dal punto di vista pratico – non vi è l’obbligo, né la necessità, di aprire una Partita IVA, perché la traduzione editoriale non è una semplice prestazione di lavoro su commissione.

Proprio perché il testo da tradurre è frutto della fantasia di un autore, il traduttore editoriale dovrà imparare a conoscere profondamente lo stile dell’autore per capire tutte le sue sfumature, il contesto di riferimento, la caratterizzazione dei personaggi, le loro emozioni, e “riportarle” nella propria lingua.

Come per tutte le traduzioni, quindi, non basta conoscere bene la lingua e la cultura di partenza, ma bisogna anche saper scrivere bene nella propria lingua, saper mantenere vivo lo spirito di un’opera senza alterarlo e senza tralasciare nessun dettaglio.
Fondamentale per chi vuole avvicinarsi a questo settore della traduzione è quindi leggere tantissimo nella propria lingua madre, conoscere e familiarizzare con generi e autori diversi.

 

Una domanda che molti aspiranti traduttori editoriali si pongono è questa: come faccio a “sfondare”, a lavorare con le case editrici?
La risposta è molto complessa, ma per iniziare direi che ci sono due principali strade da poter seguire.

- Oltre al classico invio di una candidatura spontanea alle case editrici di nostro interesse e che si focalizzano sui generi e i temi che più amiamo o di cui possediamo solide conoscenze, ci si può proporre come lettori di testi stranieri inediti, di cui si dovrà poi redigere una scheda di lettura valutativa contenente un proprio sintetico giudizio, la trama e l’analisi dello stile dell’autore. Questo dà modo alla redazione di valutare innanzitutto come scriviamo e, nel caso in cui la scheda richieda anche la traduzione di qualche frase che ci ha colpito, anche le nostre capacità traduttive.

- Una seconda strada può essere quella di proporre la traduzione di un testo straniero che ci è particolarmente piaciuto e che ancora non è stato tradotto in italiano. Qui la faccenda è più complessa e lunga, perché implica da parte nostra il contatto con l’editore (o l’agente) straniero per sapere se i diritti (foreign rights) del libro sono ancora liberi per il nostro Paese, nonché la stesura di una scheda di lettura e la traduzione di qualche pagina che dovranno essere inviate alle case editrici italiane a cui vogliamo proporre il testo.

- Da non sottovalutare, infine, l’importanza di partecipare a laboratori e seminari di traduzione, fare rete con i colleghi, conoscere le associazioni di categoria (AITI e ANITI innanzitutto, ma per i traduttori editoriali è bene far parte anche di una realtà come STradE, la sezione traduttori editoriali in Slc-Cgil), visitare fiere e festival letteraridove incontrare personalmente editori e redattori.

Insomma, quello della traduzione editoriale è un mondo estremamente variegato e complesso che vale la pena di conoscere, perché la traduzione, come affermava Susan Sontag, «è il sistema circolatorio delle letterature del mondo».



Dal 2017 sono traduttrice editoriale dal norvegese, dall’inglese e dal tedesco, e traduco in prevalenza romanzi per adulti e Young Adults e saggistica divulgativa. I generi che più adoro sono il fantasy, la fantascienza, la letteratura distopica e di viaggio. Per conoscermi meglio e curiosare tra i libri da me tradotti, visita il mio profilo LinkedIn www.linkedin.com/in/monicamanzellatranslator e la mia pagina Facebook "Traduco, ergo vivo".»



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