La Giurisprudenza non è altro che un dettaglio

La traduzione giuridica sicuramente richiede un’approfondita conoscenza del sistema giuridico, una spiccata competenza nella scritta legale. Il traduttore giuridico non va confuso con il "traduttore giurato" e le traduzioni giuridiche non vanno scambiate con quelle asseverate. Certamente il presente articolo non è la sede adatta e non ha la pretesa di descrivere tutte le competenze per operare nell’ambito della traduzione giuridica, ma va da sé che non è possibile prescindere da una solida base accademica e teorica in giurisprudenza.

Spesso però ci si dimentica che la traduzione giuridica riguarda la vita reale, gli atti e i documenti in realtà vanno molto oltre a mere pratiche o procedure, raccontano di persone reali, mestieri e lavori, con problemi del quotidiano che potremmo trovarci tutti ad affrontare. Il titolo dell’articolo, dal tono provocatorio, suggerisce che in realtà l’aspetto puramente legale è una piccolissima parte dell’universo della traduzione giuridica, costellato da innumerevoli altre competenze.

A seconda degli ambiti del diritto, ci si può trovare davanti a un testo che riguarda, ad esempio, un incidente stradale o sul lavoro, che porterà su un linguaggio tecnico relazionato alla sicurezza, al settore edile, all’ingegneria civile, sull’utilizzo corretto di certi materiali, ecc. In quel caso il traduttore dovrà avere la flessibilità e la competenza trasversale in altri settori, come quello edile o chimico, per citarne alcuni.

Altro esempio riguarda atti in ambito del diritto di famiglia, quindi veri e propri rapporti della vita quotidiana, repleti di dialoghi e vicissitudini matrimoniali e della genitorialità. A tale riguardo, ricordo un incarico che, secondo me, illustra e supporta benissimo il ruolo della competenza trasversale del traduttore legale. Anni fa ho tradotto tutta una serie di atti relativi a un’adozione internazionale, la quale coinvolgeva due realtà completamente diverse, ovvero, quella della Svizzera e del Brasile. Oltre tutta la parte ovviamente legale e giurisprudenziale, dovevo tradurre dal portoghese all’italiano una sequenza di circostanze ed eventi dalla forte impronta culturale. Quindi la sola esperienza giuridica non sarebbe ovviamente bastata, dovevo ricorre ad altre risorse socioculturali e religiose, sistemi di istruzione, consuetudini e addirittura ad aspetti folcloristici. Dunque, il traduttore dovrà far uso di strumenti anche del quotidiano, trovando un compromesso tra una terminologia tecnico-legale e allo stesso tempo non tralasciando la fedeltà al tono e al registro adoperato nell’originale.

Gli esempi sono davvero infiniti. Se parlassimo del diritto dell’immigrazione, anche qui si aprirebbe un altro universo a sé. Il traduttore giuridico andrà a gestire davvero svariati ambiti, e anche se il linguista non diventerà un esperto in chimica, edilizia o ingegneria civile, e non è nemmeno tenuto ad esserlo, dovrà disporre di un bagaglio trasversale per essere un buon traduttore giuridico.

La domanda viene un po’ da sé: il traduttore giuridico deve necessariamente avere anche altre specializzazioni? In medio stat virtus. All’inizio della carriera probabilmente al traduttore mancherà questi strumenti supplementari, che si riveleranno poi essenziali per il suo operato. Ma nel tempo, gli stessi rivestiranno un ruolo sempre più importanti, e saranno molto apprezzati dai clienti alla ricerca della qualità nella traduzione giuridica.