Il caso del portoghese brasiliano e il copywriting

Perché titoliamo così questo breve articolo sul copywriting, ovvero, un “caso”? 

Rispetto a molte altre lingue, il portoghese, soprattutto nella sua variante brasiliana, presenta delle particolarità. 

Vorrei illustrare tale situazione attraverso un episodio rappresentativo. Spesso eseguo revisioni di documentazione marketing o anche tecnica contenente slogan o altri testi destinati a vendere. 

Spesso le traduzioni sono corrette da un punto di vista terminologico e lessicale. Anche la sintassi è buona. Però quando arriviamo alle parti dal marcato sapore marketing, il testo è piatto, piuttosto goffo. Il traduttore ha però previsto dei termini tipicamente marketing, ha incluso delle strutture perfettamente corrette. Cosa c’è che non va in quei testi?

Sono troppo corretti dal punto di vista grammaticale. Ma come, per essere buono il copy in portoghese deve contenere degli errori? La risposta è sì, almeno in parte. Mi spiego meglio. Il portoghese brasiliano ha delle particolarità rispetto alla variante europea.  

Si tratta di un argomento davvero vasto, però si deve ricordare che il portoghese brasiliano, nonostante resti saldamente ancorato alla sua culla europea, ha sviluppato una sua personalità propria nel tempo, e questo è un processo tuttora in atto. Molte strutture grammaticali sono state cambiate o adattate e per anni erano giudicate come sbagliate, poco “colte”, contro le norme standard.

Quindi la distanza tra il parlato e lo scritto per il portoghese brasiliano è andata crescendo, fino ad arrivare a essere abissale, più importante di quella che si verifica per l’italiano, ad esempio. Le regole della norma standard e quelle della norma colloquiale per il portoghese brasiliano spesso sono davvero diverse, quindi spesso una frase grammaticalmente corretta suona poco naturale, artefatta. 

Oggi le cose sono un po’ cambiate, cresce sempre di più la consapevolezza che proprio per il fatto che il portoghese brasiliano ha una sua propria anima che le regole devono evolversi, che il parlato non dev’essere necessariamente considerato sbagliato e che lo scritto deve assimilare le nuove tendenze della lingua. Inoltre, si e che non ci dev’essere per forza una distanza o contrapposizione tra i due.

 Il problema dei pronomi:


Vediamo alcune frasi semplici per capirci meglio. 

Esempi: 

Mi chiedo se è meglio spendere in viaggi o in un corso?” 

Traduzione secondo la norma cosiddetta colta: 

Pergunto-me se é melhor gastar em viagens ou num curso?

La traduzione è corretta ma non per il settore marketing.

Per un testo legale o un rapporto può andar benissimo, soddisfa le regole grammaticali e di sintassi.

Per il marketing o un testo pubblicitario, ove la naturalezza è uno degli elementi più importanti, tale traduzione non è adeguata. Perché mai? Un brasiliano non direbbe mai una frase così, spontaneamente.  La norma impone che non si deve MAI iniziare una frase con un pronome di complemento. Ma questo è lo scritto, il parlato è tutto un altro paio di maniche. 

Quindi una traduzione più naturale per un testo marketing sarebbe:

Me pergunto se é melhor gastar em viagem ou curso?

Vediamo alcuni esempi concreti di come grandi marchi se la cavano nel quesito naturalezza versus correttezza. 

1.     Sul sito FIAT Brasil, si parla di un certo dispositivo e si legge: 

O dispositivo xx vai te ajudar...” 

Il pronome “te” qui è utilizzato in disaccordo con il resto della frase. Tutto il testo utilizza il pronome “você” e, pertanto, secondo la grammatica si dovrebbe utilizzare il pronome “lhe”. Ma suonerebbe piuttosto goffo, poco naturale. Quindi la soluzione adotatta dal copy Fiat è più che azzeccata.

 

2.     Sito Renault Brasil

Vediamo il seguente esempio, anche qui assai rappresentativo: 

É só você escolher o veículo, o plano e a franquia de quilometragem mensal desejada e a Renault vai te entregar um carro novo, com... 

Stesso problema legato ai pronomi. Un revisore rigoroso, privo però di competenze marketing, avrebbe sostituito il pronome “te” con “lhe”. Punto e basta. 

Ancora una volta si è dovuto affrontare il problema “correttezza vs naturalezza”, e ovviamente, in ambito marketing essere naturali è più importante che soddisfare la grammatica “tradizionale”. Anche qui il testo marketing Renault è naturale, sciolto e autentico.

 

Troviamo un interessante articolo sul dilemma dei pronomi in portoghese brasiliano pubblicato sulla nota rivista brasiliana Veja

https://veja.abril.com.br/coluna/sobre-palavras/eu-te-peco-ou-lhe-peco-mas-voce-nao-da/

La questione del pronome, trattata nel presente articolo, è soltanto uno degli elementi che possono mettere a repentaglio la qualità del nostro testo marketing in portoghese brasiliano.